Cos’è l’ansia generalizzata?
Essere preoccupati per problemi quotidiani come il denaro, la salute o i problemi familiari è un’esperienza comune. Chi soffre di un disturbo d’ansia generalizzato, tuttavia, vive queste preoccupazioni con ansia più intensa e più duratura, non riuscendo a far fronte alle limitazioni causate dai sintomi ansiosi. Inoltre, spesso le preoccupazioni riguardano tematiche che non giustificano l’eccessiva ansia provata dalla persona. Dal punto di vista diagnostico, chi soffre di disturbo d’ansia generalizzata (DAG) prova, per almeno sei mesi, eccessiva ansia e preoccupazione durante la maggior parte della giornata. Quest’ansia, che si estende a varie tematiche, si manifesta con sintomi quali irrequietezza, senso di fatica, irritabilità, difficoltà di concentrazione, tensione muscolare e problemi del sonno. Nella popolazione italiana, il DAG colpisce intorno al 5% della popolazione.
Quali possono essere le complicanze?
Chi soffre di DAG può imboccare pericolose strade di autoterapia, come uso di alcol o farmaci. Questi estremi e dannosi tentativi di gestione dell’ansia favoriscono lo sviluppo di forme di dipendenza che aggraveranno il quadro clinico. Inoltre, il DAG spesso può associarsi a reazioni depressive più o meno importanti. È importante quindi riconoscere il proprio disturbo e parlarne con uno specialista al più presto, onde evitare circoli viziosi che renderanno più duro il lavoro terapeutico.
Qual è la terapia?
La psicoterapia terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata la più efficace per il trattamento del DAG.
Questa forma di trattamento si concentra sui pensieri, le ruminazioni e i comportamenti del paziente, con lo scopo di aiutarlo a trovare pensieri più funzionali e meno ansiogeni e di non aver bisogno di mettere in atto quei comportamenti che alimentano il mantenimento del disturbo. Un altro scopo della terapia sarà quello di aiutare il paziente a comprendere e meglio integrare quelle emozioni critiche che sottendono il disturbo.
La farmacoterapia può essere utile, sebbene non risolutiva. Oltre alle benzodiazepine (ansiolitici), sono talvolta utilizzati anche farmaci antidepressivi.
La combinazione di entrambe le forme di trattamento (psicoterapia e farmaci) sembra essere la formula più efficace, sebbene talvolta anche soltanto il percorso di psicoterapia risulta risolutivo. La scelta della strategia terapeutica migliore dovrà essere calibrata sulla base del singolo paziente, a fronte della valutazione clinica effettuata dallo specialista.